Cardinale italiano. Segretario del cardinale Giuliano della
Rovere, elevato al pontificato col nome di Giulio II, fu da questi creato
tesoriere vaticano e in seguito vescovo di Pavia e cardinale. Incaricato di
svariate missioni diplomatiche, fu in particolare inviato come legato pontificio
a Bologna nel 1508, dove, agendo con durezza contro la fazione politica dei
Bentivoglio, si procurò durature inimicizie. Ciononostante fu creato dal
papa vescovo di Bologna e accompagnò il pontefice nelle azioni di guerra
contro i Francesi nel 1510. Sospettato di intesa col re nemico Luigi XII e
imprigionato con l'accusa di tradimento dal duca di Urbino, e capo delle milizie
pontificie, Francesco Maria della Rovere, fu scagionato dal papa che lo
liberò. Insorta Bologna nel 1511 e occupata la città dai Francesi,
anche a causa delle divergenze fra
A. e della Rovere sulle
modalità di difesa, il cardinale si rifugiò a Ravenna presso il
pontefice. Qui, però, incontrò anche il duca di Urbino che,
particolarmente irato per non avere ottenuto udienza dal papa, ne
attribuì la responsabilità alle trame di
A. e lo uccise in
duello (Castel del Rio, Imola tra il 1450 e il 1460 - Ravenna
1511).